PALEOLITHIC ART MAGAZINE

EUROPA



UNA SCULTURA LITICA ANTROPOMORFA BIFRONTE DEL PALEOLITICO INFERIORE DELLA DANIMARCA

Pietro Gaietto

La scultura di Maribo in Danimarca è la più antica opera d'arte del Paleolitico del Nord-Europa che si conosca.


FIG.1 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Maribo (Danimarca) Alt. cm.8,5; largh. cm.10,5; peso Kg.0,900 Vista laterale anteriore.
(Questa scultura è presentata con 7 fotografie : una da ogni lato e una in prospettiva semifrontale.) La scultura raffigura due teste umane unite per la nuca. E' completamente lavorata da ogni parte, e non presenta tracce del ciottolo o del frammento di roccia originario. L'incisione che separa le due teste è scolpita come ogni altra parte della scultura. Vedere il disegno (Fig.2) per una più facile interpretazione.


L'analisi di questa scultura è divisa in 22 punti :
- tipologia della raffigurazione
- luogo di reperimento
- cronologia
- tipologia della prospettiva
- antropologia fisica
- tipologia della tecnologia
- ritratto intenzionale
- composizione e forma
- tipologia dello stile
- attività artistica
- acconciature e barba
- religione
- bifrontismo
- culti
- riti
- miti
- magia di caccia
- magia di fecondità
- simbolo
- sciamanesimo paleolitico
- estetica
- scienza degli Acheuleani

TIPOLOGIA DELLA RAFFIGURAZIONE
SI tratta di una scultura litica antropomorfa bifronte, in quanto unisce due teste umane con un'unica nuca. Nell'Acheuleano evoluto esistono anche sculture zooantropomorfe bifronti, in quanto uniscono una testa umana ad una di animale. (Fig. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9)

LUOGO DI REPERIMENTO
Ho trovato questa scultura litica a Maribo in Danimarca, in giacitura secondaria: non si tratta di un giacimento paleolitico vero e proprio, in quanto non ho rinvenuto utensili litici in associazione.
I reperti di sculture litiche paleolitiche reperiti in giacitura secondaria sono molti. Per esempio la Venere di Savignano (Italia) trovata nel 1924, era in una zona alluvionale (vi ho fatto ricerche negli anni '60, e non c'è traccia di utensili litici), ed è stata attribuita dagli studiosi di arte paleolitica all'Aurignaziano, per affinità con altre piccole sculture femminili paleolitiche con stessa tipologia.


FIG.2 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

(Disegno per interpretare meglio le fotografie della scultura. Le freccette, nel disegno, sono segni simbolici per indicare la direzione dello sguardo delle due teste scolpite.)
La testa (lato A) è una RAFFIGURAZIONE FRONTALE che ha i contorni della faccia, e il naso in rilievo, come si vede frontalmente (fronte lato A). Gli occhi non sono raffigurati, ma la forma del naso ne indica la zona orbitale. La bocca non è accennata. La faccia è larga.
La testa (lato B) è una RAFFIGURAZIONE SEMIFRONTALE, in quanto c'è il profilo laterale, e mezza faccia in vista frontale (fronte lato B). Questo tipo di raffigurazione è comune nella scultura litica paleolitica, dove l'altra metà della faccia non è raffigurata. Non è raffigurato un naso vero e proprio, ma si deduce dalla forma del profilo della testa. L'occhio e la bocca sono costituiti da due avvallamenti dovuti ad asportazione della selce, e sono indicativi, anche se non di buona fattura.
L'incisione che separa le due teste (due linee parallele tratteggiate dal basso verso l'alto) è stata ricavata per percussione, e anche per modellare le due mandibole.


CRONOLOGIA
Questa scultura antropomorfa di Maribo, che ho trovato nel 1977, non è stata mai pubblicata, in quanto l'attribuivo all'Acheuleano evoluto, cioè alla fase finale del Paleolitico inferiore, e all’epoca si diceva che in Danimarca il Paleolitico inferiore non esisteva, in quanto la terra era coperta dai ghiacci, e quindi, per me era un problema insolubile. Di recente in Danimarca il Paleolitico è stato datato a 100.000 anni, cioè alla fase finale del Paleolitico inferiore, e per questo mi sono deciso a pubblicarla.
Sono sempre convinto che questa scultura sia databile all'Acheuleano evoluto.
Come è noto la cronologia si basa sulle fasi culturali, e queste portano il nome della tipologia degli utensili.
In Italia l'Acheuleano evoluto, o finale, si è sviluppato durante la glaciazione rissiana e prima di 350.000 anni fa, ma la data media in uso in Italia è 200.000 anni. Sempre in Italia, la fase culturale successiva è il Musteriano datato da 60.000 a 40.000 anni fa. Comunque, sono convinto che l'uomo abbia vissuto in Danimarca, come in Italia. Per la Danimarca si possono escludere i periodi molto freddi; ma se non si trovano le prove, cioè se non si rinvengono manufatti del Paleolitico inferiore prodotti in precedenza nel periodo caldo, probabilmente ciò è dovuto alla distruzione da rotolamento alluvionale prodotto dalle onde marine e dai ghiacciai in movimento.


FIG.3 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Vista laterale posteriore della fotografia precedente Fig.1, e come tale il lato A è a destra, e il lato B a sinistra. In questa fotografia si vedono meglio i profili della testa dei due tipi umani, anche se questa parte è meno lavorata, e con poco rilievo. Questa scultura, come altre del Paleolitico, non era raffigurata a tutto tondo, ed ha differenti spessori, e varianti di forma, e comunque, nel Paleolitico ogni testa non è mai uguale da una parte come dall'altra. Presso gli Egizi il maestro scolpiva mezza testa, e l'allievo scolpiva l'altra mezza perfettamente uguale. La testa (lato B) ha caratteri anatomici simili a quelli dei preneanderthaliani, sia per il profilo del volto, sia per la mandibola. Questo lato della faccia è completamente piatto, e non in rilievo, in quanto la testa frontalmente è raffigurata a metà. La testa (lato A) ha caratteri anatomici che sono simili ai presapiens. (Sia i preneanderthaliani che i presapiens sono ancora uomini ipotetici.)


TIPOLOGIA DELLA PROSPETTIVA
La prospettiva è una delle principali componenti della Storia dell'arte, che di ogni epoca ha studiato i vari e differenti tipi di visione prospettica.
I Greci avevano inventato in modo scientifico la "prospettiva centrale", applicata ai grandi quadri; per vedere la prospettiva, era necessario guardarli ponendosi di fronte al centro, in quanto, se i quadri erano visti dai lati, la prospettiva non si vedeva.
In questa scultura di Maribo, per percepire le immagini raffigurate, è necessario guardare ogni testa in visione prospettica semifrontale, altrimenti non si riesce a capire pienamente la forma di ogni testa. (Fig 5 e Fig 9).
Se la scultura è roteata fra le mani si vede meglio, ma la prospettiva è sempre semifrontale.

ANTROPOLOGIA FISICA
Se è vero che l'Acheuleano evoluto o finale è datato da prima di 350.000 anni fino a 60.000 anni fa, la sua durata è stata di circa 300.000 anni, e in questo lunghissimo periodo non sono stati trovati scheletri che ci indichino chi era l'uomo o gli uomini dell'Acheuleano evoluto.
Gli uomini attribuiti a questa fase dagli antropologi sono tutti ipotetici
; cioè, in questa fase si ipotizza un processo di evoluzione dai reperti di Homo erectus, datati prima di 450.000 anni fa, attraverso ipotetici tipi presapiens e preneanderthaliani, per giungere ai reperti di Homo sapiens neanderthalensis e Homo sapiens sapiens con datazioni di 40.000-30.000 anni fa. Comunque, è opinione diffusa di molti antropologi (ma è sempre un'ipotesi) che l'uomo dell'Acheuleano evoluto sia Homo erectus.
È auspicabile che l'antropologia faccia ricorso, in questa fase di assenza di reperti scheletrici, anche alla raffigurazione di teste umane delle sculture dell'Acheuleano evoluto.
I tipi umani raffigurati in queste sculture, in media, hanno sempre dei tratti della testa che ricordano e distinguono Homo erectus dai presapiens e dai preneanderthaliani, e possono coadiuvare le ipotetiche linee dell'evoluzione che sono state fatte. Inoltre, nel caso delle sculture antropomorfe bifronti, come questa di Maribo, i tipi umani rappresentati indicano la contemporaneità di soggetti presapiens e preneanderthaliani; quindi, in mancanza di reperti scheletrici, decine di sculture possono costituire un valido mezzo di indagine, tanto più che, non essendo stati trovati scheletri fino ad oggi, difficilmente se ne troveranno in breve tempo.
La descrizione dei tipi umani della scultura di Maribo è nelle didascalie delle fotografie.


FIG.4 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Vista frontale della testa (lato A)
Questa raffigurazione frontale si deve considerare una faccia, più che una testa. Il naso è quasi geometrico, e si alza dal basso, che è più stretto, allargandosi formando una zona orbitale che rappresenta gli occhi. Lo spessore del naso varia da cm. 1 a cm. 0,5. La mandibola è larga e con mento, ma potrebbe trattarsi di un uomo con barba, come si può dedurre dalla fotografia seguente Fig.6.
Larghezza della faccia cm. 8,5. Altezza della faccia in obliquo cm.7,5. Le asportazioni della selce riguardano tutta la superficie della raffigurazione.


TIPOLOGIA DELLA TECNOLOGIA
La scultura di Maribo è completamente lavorata da ogni parte, cioè non ci sono parti della pietra con forme precedenti che sono state adoperate.
La tecnica di asportazione delle schegge per modellare la forma raffigurata è avvenuta con un percussore tenero (legno oppure osso), ma non sono in grado di stabilire se questa tecnica sia di tradizione acheuleana oppure clactoniana, comunque, le due tradizioni culturali si trovano spesso associate nei giacimenti paleolitici italiani.
Pubblico questa scultura della Danimarca unitamente ad un utensile bifacciale su ciottolo dell'Acheuleano evoluto reperito in Italia per farne vedere l'affinità di lavorazione per quanto riguarda l'asportazione delle schegge.
Questa scultura danese ha asportazioni in ogni direzione, in quanto il ciottolo veniva roteato sotto i colpi di percussori di vario tipo, per togliere via il materiale al fine dargli la forma desiderata.
L'utensile italiano (Fig. 7) è ricavato da un ciottolo, e la tecnica di asportazione delle schegge è molto più semplice, in quanto è rivolta soltanto ad appuntire il ciottolo, e a renderlo tagliente.
La parte non scheggiata dell'utensile è la scorza originale del ciottolo di selce; invece i puntini che si vedono sulla scultura di Maribo, anche questa in selce, sono i colpi da rotolamento alluvionale sulle parti scheggiate della scultura stessa.
La tecnica di asportazione delle schegge nella scultura e nell'utensile sono dello stesso tipo e livello di qualità, che corrisponde alla stessa fase culturale.
Anche due fasi culturali diverse, ma contemporanee, possono avere lo stesso livello di qualità tecnologica.
Alla fine del Paleolitico inferiore, in varie parti d'Italia, troviamo l'Acheuleano che spesso è associato al Clactoniano. Queste due fasi culturali, che sono state studiate solo attraverso gli utensili, si trovano separate o abbinate, e cioè : Acheuleano, Clactoniano oppure Acheuleano-Clactoniano. Le differenze culturali tra questi tipi di utensili spesso sono condizionate dal materiale litico esistente nella zona, cioè dalla grandezza dei ciottoli di selce o da frammenti di roccia, con assenza o scarsità di ciottoli; comunque, si tratta di piccole differenze, che ne rendono laboriosa l'interpretazione.
La qualità della tecnica di lavorazione nella scultura di Maribo consiste in una scala di asportazioni di schegge, che comprendono la sbozzatura, la modellazione e la rifinitura, cioè grandi schegge, medie schegge e piccole schegge asportate.
La tecnologia per la fabbricazione delle sculture di pietra paleolitiche in genere, e di questa di Maribo in particolare, è più avanzata della tecnologia per la fabbricazione di utensili. Infatti, esiste una grande differenza, sia nella tecnica di lavorazione, sia nel risultato finale.
Le asportazioni di materiale nel ciottolo o nel frammento di roccia per fabbricare utensili provocano la riduzione della superficie esterna per ottenere utensili appuntiti, taglienti o raschianti.
Le asportazioni di materiale nel ciottolo o nel frammento di roccia per fabbricare sculture, provocano la riduzione sia della superficie esterna, sia di quella interna.

Le asportazioni della superficie interna della pietra per modellare sculture antropomorfe, come questa di Maribo, richiedono una tecnica che ci è sconosciuta, in quanto, a differenza della fabbricazione degli utensili, i Paleoetnologi non hanno ancora fatto prove didattiche per la fabbricazione di copie; cosa che auspico avvenga presto.
Posso solo ipotizzare, per la fabbricazione di sculture in selce, l'uso di scalpelli di legno o di osso, di varie dimensioni, probabilmente non appuntiti, che venivano impugnati con una mano, e battuti dal percussore con l'altra mano per fare incavi e curve sotto la superficie esterna della pietra.
Voglio aggiungere che l'uso del microscopio per il controllo della lavorazione si è rivelato utile per l'incisione sulle ossa di animali di opere d'arte paleolitica, e su piccolissime sculture e incisioni su pietra tenera, ma nel caso della scultura di Maribo, che è in dura selce, valgono le stesse norme di valutazione in uso per l'interpretazione della tecnica di lavorazione degli utensili acheuleani in selce.

RITRATTO INTENZIONALE
Nella Storia dell'arte i ritratti dell'uomo sono stati classificati in due tipi: il ritratto intenzionale e il ritratto fisionomico.
Il ritratto fisionomico è la definizione della personalità individuale, cioè quello che si ottiene oggi con la fotografia, ed è presente nella Grecia ellenistica, per breve tempo presso i Romani, e poi nel Rinascimento in Europa, con il precedente della ritrattistica medioevale, che si limita alle statue dei defunti poste sulle tombe.
Il ritratto intenzionale, invece, è presente presso ogni civiltà evoluta del mondo e in ogni tempo.
Nell'antico Egitto il ritratto intenzionale aveva raggiunto altissimi livelli di imitazione sia in scultura che in pittura, infatti si distinguono i Libici biondi della Cirenaica con occhi azzurri, gli Asiatici, gli Egizi, i Negri di varie etnie, gli Etiopici, e altri, sia per le fattezze fisiche e colore della pelle, sia per le acconciature dei capelli e il modo di vestire.
Stesso discorso vale anche per la Grecia arcaica, dove nei numerosi ritratti celebrativi dedicati agli eroi, il modello era assolutamente convenzionale.
Le due teste della scultura antropomorfa bifronte di Maribo, come tutta la scultura antropomorfa del Paleolitico inferiore e medio, sono da considerarsi "ritratti intenzionali" a pieno titolo.


FIG.5 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Vista semifrontale della testa (lato B).
Raffigurazione frontale di mezza testa umana, che va osservata in prospettiva semifrontale. Anatomicamente risulta un poco allargata rispetto alle proporzioni di una normale testa. Vedere anche il disegno (Fig. 2 lato B). A sinistra si vede raffigurato il profilo della testa, mentre non è raffigurato a destra. La tipologia (lato B), in genere si trova in sculture di teste singole, che sono in rilievo semifrontale, e piatte sul retro.
Questa testa ha quindi due impostazioni di raffigurazione che sono più importanti, e cioè il profilo della faccia, sia frontalmente che lateralmente.
Al contrario dell'altra testa abbinata (lato A), in questa, il volto ha meno importanza nella raffigurazione, in quanto sono raffigurate soltanto una generica zona orbitale e una zona corrispondente alla bocca. La larghezza massima della faccia è cm. 6. L'altezza della faccia in obliquo è cm.10. Ogni parte è bene lavorata attraverso l'asportazione del materiale, mentre il profilo laterale sinistro è scolpito con maggior cura, in quanto, evidentemente, ritenuto più importante ai fini della raffigurazione.


COMPOSIZIONE E FORMA
La scultura litica antropomorfa del Paleolitico inferiore e medio ha vari tipi di rarappresentazione : la sola testa, la testa con busto, la testa bifronte, dove l'impostazione del "ritratto intenzionale" è sempre in prospettiva semifrontale.
Nelle figure con corpo, di cui le più conosciute sono quelle femminili (Veneri), in molti casi la scultura è a tutto tondo, ma sono assenti i piedi, il volto e generalmente braccia e mani. Comunque, certe assenze e certe presenze sono dovute a fatti tecnici, che variano da zona a zona nell'ambito della stessa fase culturale. In certe zone dove la pietra è dura, le Veneri sono state scolpite senza braccia e mani, in altre dove la pietra è morbida sono state scolpite o incise anche braccia e mani.
La composizione e la forma aumentano di qualità con il progresso tecnico, cioè con le invenzioni con cui l'uomo avrà la possibilità di produrre arte con maggiori dettagli; ma questo non credo sia tutto, in quanto nuove tecniche permettono all'uomo nuove ricerche creative, con un generale aumento di qualità.
La scultura di Maribo entra pienamente in questo discorso, e questo si può capire guardando le sculture delle fasi culturali che precedono l'Acheuleano evoluto.

TIPOLOGIA DELLO STILE
Le due teste della scultura di Maribo hanno due stili diversi, che corrispondono evidentemente a due tradizioni diverse. Una è più realistica (Fig.4 lato A) con barba e naso, l'altra è più idealizzata (Fig.5 lato B). Penso che la maggior parte dei lettori troveranno difficoltà a percepire queste differenze, però è necessario impegnarsi, in quanto in queste ricerche sono così pochi gli elementi da analizzare che tutto deve essere tenuto in considerazione. Comunque, ogni componente dell'arte dei nostri giorni, salvo che non sia superflua decorazione, ha le sue radici nel Paleolitico inferiore, quindi se una componente manca si può trovarla sicuramente, anche se apparentemente sembra non esistere. Nell'interpretazione dell'arte paleolitica è necessario tenere conto dello stile, come lo si tiene in conto per l'arte di ogni tempo, senza discriminazioni.
Per esempio, la pittura del Paleolitico superiore in Europa, Africa e Australia ha in comune la composizione e la forma (anche se vi sono diversità), mentre lo stile è completamente diverso da continente a continente. E in Europa, la cui arte conosco bene, lo stile è diverso da zona a zona, ed è diverso nel tempo anche nella stessa zona.
Lo stile è il linguaggio dell'arte, in quanto è il modo di fare arte del tempo. Questo è verificabile: tra la preistoria, la protostoria, le epoche storiche e l'etnografia ci sono centinaia di teste umane (scolpite o dipinte) prodotte da centinaia di popolazioni diverse, in cui lo stile è sempre differente : molto realistico, deformato per allungamento, con abolizione o attenuazione di particolari del volto, ecc.
Per stile artistico di un popolo si intende sempre lo stile dominante, in quanto a fianco di uno stile dominante possono sopravvivere in forma tradizionale e minoritaria altri stili, destinati ad estinguersi, oppure ad integrarsi allo stile dominante apportando trasformazioni.
Nello stile dell'arte non c'è "qualità", e non si possono neanche fare paragoni tra una civiltà e un'altra. All'osservatore d'oggi uno stile antico può piacere o non piacere, ma non bisognerebbe mettere in discussione la qualità dello stile. Dato che lo stile è il linguaggio dell'arte,sarebbe come mettere in discussione il linguaggio parlato, cioè sostenere che la lingua inglese è migliore di quella tedesca, o quella giapponese è migliore di quella francese.
È necessario meditare sui due stili della scultura di Maribo.

ATTIVITA' ARTISTICA
La scultura dell'Acheuleano evoluto segue una tradizione che deriva dalle fasi precedenti e continua nelle fasi successive, e si può dire la stessa cosa anche per gli utensili; ma sono due attività umane che hanno due tradizioni diverse al tempo stesso.
La produzione di utensili litici è sempre stata molto copiosa, in quanto, data l'usura, il consumo era alto, e questo è testimoniato dall'enorme quantità di reperti di utensili, rispetto alle sculture paleolitiche trovate.
È molto probabile che l'uomo che fabbricava utensili, nell'ambito dello stesso clan, producesse all'occorrenza anche sculture, e questo, non è in contrasto con la considerazione di due attività differenti, in quanto esse si svilupperanno pienamente in due attività differenti in epoche post - paleolitiche.
La lavorazione della pietra per fare utensili è una specializzazione, e la produzione di sculture è una specializzazione maggiore.
Comunque, nell'Acheuleano è opinione generale che vi fosse una suddivisione dei compiti, in cui gli uomini più adatti andavano a caccia, altri macellavano, c'era chi faceva gli utensili e probabilmente le sculture, ecc.
La figura dell'artista è importante; quindi voglio immaginare che quando l'artista produceva una scultura era tenuto in alta considerazione, almeno per quello che la scultura rappresentava in campo spirituale.


FIG.6 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Vista di sotto. (La vista di questa fotografia non è nel disegno Fig. 2).
Questa scultura, come tutte le sculture paleolitiche, non ha una base come, invece, generalmente hanno le sculture di epoca storica.
La parte sinistra è il sotto della testa del presapiens (Fig. 4 lato A). Come si vede la raffigurazione della mandibola è completa, ed è incavata sotto per rendere più evidente tutta la forma. Questa mandibola è scolpita con moltissima cura, e vengono raffigurati anche il mento e la barba. L'uso di scavare sotto le mandibole per evidenziare la forma, probabimente si riallaccia all'uso di conservazione del cranio del parente defunto, che appunto è vuoto.
La parte a destra di questa fotografia è il sotto della testa del preneanderthaliano (Fig. 5 lato B), dove la parte in basso, che è piana, corrisponde alla parte non scolpita della mezza testa di preneanderthaliano (Fig. 5) lato destro, mentre la curva in alto sempre dalla parte destra corrisponde al sotto di questa testa, cioè alla forma della mandibola dello stesso preneanderthaliano (Fig.5).


ACCONCIATURE E BARBA
Nella scultura litica antropomorfa del Paleolitico gli stili di acconciature sono molto ridotti.
Nelle sculture di singole teste si trovano vari tipi di acconciature dei capelli, tra cui un tipo, abbastanza frequente, di teste appuntite, che può essere interpretato come un cappuccio oppure come un'acconciatura dei capelli a cono, peraltro ancora presente nell'etnografia africana, e nelle raffigurazioni artistiche (scultura, ceramica, pittura) nei tempi storici, in tutti i continenti, esclusa l'Australia.
Nella scultura paleolitica sono raffigurati uomini con e senza barba, e non è credibile che quelli senza barba, che sono in numero maggiore, fossero tutte donne o giovani uomini imberbi. Chi aveva una grado di civilà così alto da produrre sculture e utensili di qualità, era certamente in grado di tagliarsi la barba.
Anche questi pochi elementi dell' acconciatura devono essere tenuti in considerazione per lo studio dell'antropologia fisica e di quella a culturale.
La scultura antropomorfa bifronte di Maribo raffigura una testa di uomo barbuto, che mi sembra un tipo presapiens, ed è un maschio (Fig.4 lato A), mentre l'altra testa non barbuta potrebbe essere una donna, ma non è certo, e mi sembra un tipo preneanderthaliano (Fig.5 lato B).

RELIGIONE
Ho sempre pensato che tutta l'arte paleolitica fosse collegata alla religione, in modo molto generalizzato, e senza cercarne possibili interpretazioni, in quanto consideravo collegato alla religione anche il culto dei defunti.
Nella Grecia arcaica il culto dei defunti era staccato dalla religione; e questo potrebbe essersi verificato anche in qualche periodo del Paleolitico, o forse in tutto il Paleolitico.
Comunque la scultura di Maribo, che sia o meno collegata al culto dei defunti, proprio come nel caso degli Acheuleani antichi, che conservavano il cranio del parente defunto, sia che questo fosse o non fosse un culto collegato alla religione, dimostra che in ambedue i casi esistevano sempre dei riti spirituali, e di gruppo.

BIFRONTISMO
Considero le sculture antropomorfe bifronti del Paleolitico collegabili alla religione, in quanto nei periodi storici e nell'etnografia le raffigurazioni antropomorfe bifronti raffigurano sempre divinità.
Il bifrontismo è uno dei temi più svuluppati nello studio delle antiche religioni storiche. Comunque, nell'arco di centinaia di migliaia di anni, come nell'Acheuleano evoluto, è possibile che le sculture antropomorfe bifronti fossero staccate dalla religione in certi periodi, e collegate ad altri culti, come quello dei defunti, oppure alla celebrazione di un matrimonio, o ad altro ancora.


FIG.7 UTENSILE BIFACCIALE ACHEULEANO

Proviene da Rodi Garganico (Prov. Foggia, Italia).
È ricavato da un ciottolo di selce. È scheggiato dalle due parti. Misure : largh. cm. 5,5, Alt. cm. 5,2. Peso Kg. 0,100. Ha la stessa tecnica di asportazione delle schegge della scultura di Maribo. Molte asportazioni sono proprio uguali; ma nella scultura di Maribo la tecnica è più affinata, con asportazioni in ogni direzione, e con scavi veri e propri per percussione e per modellare la forma, cosa che non esiste negli utensili, e neanche in questo bifcciale.


CULTI
Nel Paleolitico inferiore, la cui durata è di vari milioni di anni, non sono state trovate sepolture dell'intero cadavere, ma solo dei teschi; ad eccezione dell'Acheuleano evoluto, in cui non sono stati trovati neanche i teschi.
Molti studiosi hanno collegato questi teschi al culto dei defunti, e io condivido questa opinione: anche se c'è stato un vuoto di reperti nell'Acheuleano evoluto di ben 300.000 anni, questo culto è proseguito nel Paleolitico medio presso certe genti neanderthaliane, perchè altri neanderthaliani, in zone diverse, seppellivano il defunto in posizione di sonno.
L'uso di conservazione del teschio del parente defunto è proseguito nell'etnografia di Homo sapiens sapiens.
Nel Paleolitico inferiore e medio esiste una relazione tra il culto dei teschi e la scultura antropomorfa di sole teste, che indica che la dimensione di ogni interesse spirituale dell'uomo era collegata alla sola testa.

RITI
I riti nel Paleolitico inferiore erano certamente di vari tipi nel corso dell'anno. Dei riti che riguardano la produzione di sculture litiche antropomorfe non sappiamo nulla, ma abbiamo qualche indizio.
Le sculture litiche antropomorfe del Paleolitico inferiore non sono mai state trovate nei luoghi di abitazione, e neanche nei luoghi con alta concentrazione di utensili litici, che generalmente erano vicini ai luoghi di abitazione, come avveniva nel Paleolitico medio e superiore.
Le sculture litiche antropomorfe sono state trovate in luoghi isolati, che si presume fossero luoghi di culto. Quindi, supponendo che i luoghi di reperimento fossero luoghi di culto, ne consegue che in quei luoghi si svolgessero dei riti con le sculture.
Comunque, i luoghi di culto (o presunti tali) nel Paleolitico inferiore sono molto rari, come lo sono i luoghi di abitazione, in quanto generalmente le sculture si trovano in giacimenti alluvionali, trasportate alla rinfusa dalle acque unitamente a utensili e detriti di ogni tipo.

MITI
Il mito è la narrazione dei fatti del mondo divino, eroico, umano, non escluso il fiabesco degli animali.
Il mito non è proprio di un solo individuo, ma di tutto un popolo, che in esso trova espressa la sua spontanea visione del mondo, le origini della sua tradizione religiosa e della sua storia, gli inizi del suo pensiero scientifico.
L'artista che ha prodotto la scultura di Maribo, se non avesse avuto i suoi miti e le sue tradizioni, non sarebbe stato in grado di produrre un'opera di così alta qualità.


FIG.8 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Vista dall'alto. (La vista di questa fotografia non è nel disegno Fig.2).
QUESTA FOTOGRAFIA È' INSIGNIFICANTE ai fini della visione della raffigurazione delle teste, ed è stata pubblicata per mostrare che questa parte superiore è tutta lavorata con l'asportazione di schegge. La parte sinistra è il lato B, la parte destra il lato A.


MAGIA DI CACCIA
Si tratta di un tema ricorrente nell'interpretazione dell'arte paleolitica, ma non è applicabile alla scultura antropomorfa di Maribo.

MAGIA DI FECONDITA'
È un tema ricorrente nell'interpretazione dell'arte paleolitica, ma non è applicabile alla scultura antropomorfa bifronte. In genere, la magia di fecondità è stata applicata ai dipinti zoomorfi e alle statuine femminili (Veneri) del Paleolitico medio e superiore.

SIMBOLO
Nelle religioni primitive il simbolismo si identifica con la pratica della magia, ha valore realistico e si identifica praticamente con la cosa che esso vuole significare: i riti totemici, le danze magiche, le espressioni mimiche, i travestimenti animaleschi sono tutte manifestazioni occulte e magiche che vogliono significare appunto identificazione fra ciò che si vuole rappresentare e la rappresentazione stessa.
Possiamo ipotizzare che la scultura antropomorfa bifronte di Maribo (come altre sculture dell'Acheuleano evoluto) abbia avuto uso simbolico nei riti.
L'uso però non è una componente della scultura paleolitica.
Nella scultura la componente principale sono le teste umane scolpite, che possono raffigurare uomini di diversi tipi, e questo si vede. Ciò che non si vede, ma che si ipotizza sulla base di parallelismi storici ed etnografici, è se queste teste rappresentano delle divinità, oppure dei defunti, oppure altro ancora. Però non si sa niente dell'uso che l'uomo faceva di queste sculture.
Sappiamo invece che l'uomo fabbricava alcuni tipi di utensili litici, che gli servivano per squartare gli animali uccisi, per raschiare le pelli e per tagliarle, ecc. Degli utensili, quindi, sappiamo l'uso, mentre per le sculture non lo sappiamo.
In considerazione che, qualunque cosa l'uomo produca, deve avere un uso, si ipotizza un uso simbolico nei riti.
Ipotizzando l'uso simbolico nei riti non si risolve il problema, tanto più che, non sapendo che cosa rappresentano queste sculture, non si può neanche immaginare il tipo di rito. Comunque, l'ipotesi del rito simbolico esclude quello dell'arte per l'arte.

SCIAMANESIMO PALEOLITICO
Nell'etnografia lo sciamano ha le funzioni di un nostro prete, ma in certi casi, per altri versi, ne ha anche di più, in quanto ci sono sciamani che sono anche medici, interpretano sogni, dialogano con le forze della natura, ecc.
Nell'Acheuleano evoluto, dato l'alto grado di qualità nella produzione di sculture e utensili, e in cui è certa una suddivisione del lavoro nel gruppo, è ipotizzabile la presenza dello sciamano paleolitico.
Chi fabbricava utensili litici, fabbricava anche le sculture ? È molto probabile che fosse la stessa persona.
Presso le popolazioni primitive lo sciamano ha un allievo a cui insegna tutto il suo sapere.
Nella scultura come negli utensili litici si assiste, dalle prime fasi del Paleolitico inferiore alla fine del Paleolitico superiore, a una continua evoluzione verso il miglioramento, anche se spesso in una stessa zona si trovano dei vuoti o degli sbalzi di qualità, dovuti a migrazioni o forse ad invasioni.
Questa ininterrotta continuità verso il miglioramento dei manufatti veniva tramandata da persone responsabili che probabilmente erano sciamani.
Non è quindi da escludere, in comunità numericamente piccole, che chi produceva utensili e sculture, fosse proprio lo sciamano.


FIG.9 SCULTURA ANTROPOMORFA BIFRONTE DI MARIBO

Vista semifrontale della testa di presapiens (lato A).
Si tratta della stessa immagine in vista semifrontale della fotografia Fig. 4, che invece è in vista frontale. Questo tipo di raffigurazione, in Italia, è stato trovato anche in sculture di teste singole, che sono sempre di tipo frontale, e cioè senza profilo laterale. Comunque, la visione di questa fotografia è di una lieve prospettiva semifrontale, ma è migliore.


ESTETICA
Nell'arte di ogni tempo e luogo nei tempi storici ci sono opere eseguite bene e altre fatte male. Quelle fatte bene possono essere belle, oppure orrende, quando si tratta di rappresentazioni della morte, di mostri, ecc.
Nell'arte preistorica, protostorica e primitiva valgono le stesse regole dei tempi storici, sia in scultura che in pittura, ma nella valutazione si deve tenere conto che, se il livello di qualità è inferiore a quello dei tempi storici, questo è dovuto a mezzi tecnici meno perfezionati, in quanto non ancora inventati.
La scultura antropomorfa bifronte di Maribo è splendida, rispetto ad altre dell'Acheuleano, e l'uomo, cioè l'artista, non poteva fare meglio con gli strumenti di cui disponeva. Per apprezzarla pienamente bisognerebbe rotearla tra le mani; comunque, le fotografie sono esaurienti. Indubbiamente, chi non è allenato in questi studi avrà certamente difficoltà a trovarvi un minimo di bellezza, tuttavia è necessario approfondire anche questo aspetto, che verrà sviluppato dall'uomo nell'arte dei periodi successivi.

SCIENZA DEGLI ACHEULEANI
Per scienza si intende anche teoria e invenzioni che la tecnologia può realizzare.
Nella Grecia ellenistica tutte le macchine inventate dagli scienziati del tempo potevano essere costruite.
Leonardo da Vinci (Anchiano 1452 - Amboise 1519) riuscì a mettere in pratica, con le sue straordinarie doti di disegnatore e di osservatore, alcune delle idee contenute negli antichi testi ellenistici : dallo studio delle opere idrauliche, all'anatomia con la dissezione dei cadaveri. Tuttavia, i disegni di Leonardo generalmente raffigurano oggetti non realizzabili ai suoi tempi perchè mancava la tecnologia corrispondente, in quanto la tecnologia ellenistica era andata persa.
Così come indaghiamo l'origine dell'arte, merita un pensiero anche quella della scienza, che è stata parte integrante nel progresso dell'arte.
In ogni epoca del Paleolitico la presenza di tecnologie nuove, che in epoca precedente non si conoscevano, si deve considerare come risultato di un pensiero scientifico, e cioè una forma di prescienza.
Nonostante ogni nostro impegno, in un manufatto litico di 300.000 anni fa non è possibile scindere l'apporto scientifico della nuova invenzione dalla tecnologia del tempo, in quanto l'apporto scientifico si applica direttamente alla tecnologia, che automaticamente si migliora, e questo vale sia per la scultura che per gli utensili.
Comunque, le invenzioni si verificano in vari modi : attraverso il progresso tecnologico di una fase culturale rispetto a quella precedente; attraverso le differenze di tecnologia tra le sculture e gli utensili di una stessa fase culturale; le differenze tra i vari tipi di sculture di una stessa fase culturale; le differenze tra i vari tipi di utensili di una stessa fase culturale.
Tra gli utensili, che sono molto più numerosi delle sculture, la verifica è più facile, in quanto alcuni tipi sono ripetuti sempre uguali per lunghi periodi, senza miglioramenti, perchè sempre ugualmente utili allo scopo desiderato, mentre altri vengono perfezionati, a seguito di nuove invenzioni.
Il progresso negli utensili avviene per migliorare la produzione legata alla vita materiale e all'economia, mentre il progresso nella scultura e nell'arte in genere avviene per migliorare la vita spirituale, che comprende anche la comunicazione attraverso immagini.


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