EDITORIALE
Cultura spirituale nella scultura del Paleolitico
Dopo “Scultura antropomorfa paleolitica” , vedi Editoriale 2012 , parte quarta della Collana Evoluzione della Forma , si aggiungono alla serie altri due studi-gioiello imperdibili per gli studiosi della scultura del Paleolitico, frutto della passione di una vita e della grande competenza ed esperienza di uno dei massimi ricercatori ed esperti contemporanei della scultura del Paleolitico, Pietro Gaietto.
Il suo ultimo libro, “Gli animali sacri nella scultura del Paleolitico” (Lulu.com, marzo 2013) è di particolare interesse, in quanto descrive con immagini l'evoluzione della scultura paleolitica nella scultura religiosa post-paleolitica, fino ai nostri giorni.
Gaietto li definisce “animali sacri” (anche se indubbiamente alcuni servivano per l'alimentazione), in quanto testimoniano che l'uomo ha sentito la necessità di raffigurarli, quindi attribuendo loro un carattere di sacralità (si veda la successiva evoluzione negli animali totem o nelle divinità miste di fattezze umane e animali delle civiltà storiche).
Gli animali sacri raffigurati nella scultura paleolitica sono in massima parte mammiferi, quindi catalogabili per specie, e precisamente il mammut, il rinoceronte, l'ippopotamo, il leone, il leopardo, il cavallo, l'alce, la capra, il bisonte, il toro, l'orso, il cane, la foca. A parte e più genericamente l'uccello, il pesce e il serpente, senza interpretazione di specie, essendo impossibile e non utile.
Affiancano le immagini delle sculture paleolitiche, per un utile raffronto, quelle delle sculture sacre dei periodi storici. Inoltre, troviamo fotografie di animali viventi, che dimostrano come le loro fattezze non si discostino di molto da quelle dei loro antichi progenitori del Paleolitico.
Nel Catalogo sono per la prima volta pubblicate le fotografie di 222 sculture della Collezione Gaietto, un documento prezioso per gli studiosi di scultura paleolitica, di cui sono indicate anche le provenienze: Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Germania, Grecia e Turchia.
Inoltre, le sculture vengono presentate col loro numero di catalogazione, attraverso nitide fotografie in bianco e nero e a colori. Molte sono arricchite da disegni esplicativi che ne mostrano i vari lati, permettendo di apprezzarne meglio la composizione e la struttura e di leggerle senza difficoltà, anche da parte del lettore meno esperto o di chi vuole apprendere i rudimenti della ricerca sul campo.
Il libro, ultima ma non meno straordinaria caratteristica, è prezioso anche perché permette l'identificazione dei tipi umani più diffusi in Europa nel Paleolitico, testimoniando la coesistenza di specie diverse.
Altrettanto importante, sempre di Pietro Gaietto, un libro immediatamente precedente, il “Catalogo della Scultura Paleolitica Europea Collezione Gaietto” (Lulu com, giugno 2012).
Licia
Filingeri (Editor)
Genova, luglio 2013
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