PALEOLITHIC ART MAGAZINE
EUROPA
UNA SCULTURA LITICA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DELL'ACHEULEANO EVOLUTO DI ROMA - TORRE IN PIETRA INTERPRETATA ATTRAVERSO LA TIPOLOGIA DELLE SCULTURE
Pietro Gaietto
La scultura acheuleana di Torre in Pietra, che presento, è di straordinaria importanza, in quanto è la prima che è stata trovata in questa parte del Lazio. (Ricerche P. Gaietto, estate 2001).
FIG. 1 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Raffigura una testa umana (sinistra) unita per la nuca a una testa di mammifero (destra). (Vedi disegno Fig. 2 per una migliore interpretazione).
Misure : lungh. cm. 12,1; alt. cm. 6,2; largh. cm. 4,8. Peso kg. 0,460
Attribuzione per tipologia : Acheuleano evoluto
Età : 300.000 anni circa
Pietra dura lievemente danneggiata da rotolamento alluvionale.
IL CONTESTO ARCHEOLOGICO DI TORRE IN PIETRA
Il giacimento di Torre in Pietra è bene sia analizzato unitamente ai giacimenti acheuleani di Castel di Guido e di Malagrotta. Questi giacimenti hanno il nome del paese in cui si trovano, che sono tre piccoli paesi confinanti nell'entroterra di Fregene, frequentatissima località balneare a Nord di Roma.
In questa zona, relativamente piccola, è stato trovato l'Acheuleano antico, l'Acheuleano medio, e l'Acheuleano finale o evoluto.
Torre in Pietra (Scavi A.C. Blanc, L.Cardini, 1955, 1957, 1958). Il livello IV è composto da sabbie e ghiaie fluviali con molti elementi vulcanici e molluschi salmastri rimaneggiati. Alla base amigdale e fauna a Elephas, Rhinoceros Merckii, ecc., spessore mt. 0,35. I livelli superiori (I, II e III) misurano complessivamente mt. 30,40.
La fauna corrisponde a fasi climatiche fredde.
Per quanto sembri un paradosso, in questo livello di soli cm. 35 vi sono in giacitura secondaria amigdale dell'Acheuleano antico (datate tra i 700.000 e i 430.000 anni) e, sopra a queste, amigdale e manufatti dell'Acheuleano medio (datati intorno a 430.000 anni da oggi).
(Vedi : "Guida della preistoria italiana", a cura di A.M. Radmilli; Sansoni Editore, 1975)
Altri scavi a Torre in Pietra sono stati fatti nel 1978 (Piperno e Biddittu).
Un calco dello scavo di Torre in Pietra con amigdale, zanne di elefante, ecc. è esposto al pubblico nel Museo Luigi Pigorini di Roma.
Castel di Guido e Malagrotta (Scavi Radmilli e Boschian, 1996). In questi due siti, e nel sito di Torre in Pietra con gli scavi del 1978, è stato scoperto l'Acheuleano evoluto, che è datato a 300.000 anni.
L'industria litica di Castel di Guido è associata a un'industria su osso : sono utensili ricavati dalle diafisi di ossa lunghe di pachidermi; tra questi sono presenti anche bifacciali amigdaloidi.
Nel sito sono presenti resti di elefante, cavallo, uro, megacero, orso e cervo.
(Vedi : "Introduzione al Paleolitico" di A. Broglio, Editori Laterza, 1998).
La scultura zooantropomorfa di Torre in Pietra è stata trovata in un campo coltivato ed è attribuita all'Acheuleano evoluto per tipologia.
La ricerca di superficie, in questa zona, è particolarmente difficoltosa, in quanto sono estremamente rare le pietre dure.
Il territorio è costituito da basse colline, dove persino nei piccoli ruscelli è difficile trovare pietre, e di conseguenza dei manufatti paleolitici.
Il giacimento acheuleano di Torre in Pietra, scavato da A.C.Blanc e da L.Cardini, è sotto ben 30,40 metri di terra, e questo indica che tutto il paleosuolo acheuleano della zona è stato coperto da grandi quantità di terra. Comunque, affioramenti di manufatti acheuleani, anche se molto rari, sono presenti anche in superficie, nei campi, ma non si può dire che questi siano giacimenti paleolitici.
FIG. 2 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
(Disegno per interpretare meglio le fotografie della scultura. I simboli floreali indicano l'occhio, che deve essere immaginato, in quanto nella scultura esiste solo una generica zona orbitale, più evidente nel mammifero).
La testa (lato A) è di un uomo dell'Acheuleano evoluto, ed è in stile allungato orizzontale. (Vedi Fig. 1)
La testa (lato B) è di un mammifero di grossa taglia. (Vedi Fig. 1)
La scultura sul retro non ha raffigurazione della zona orbitale, in quanto è prevalentemente piatta. (Vedi Fig. 3)
La testa umana (fronte lato A) è semifrontale (Vedi Fig. 4)
Anche la testa del mammifero (fronte lato B) è semifrontale (Vedi Fig. 5)
DESCRIZIONE DELLA SCULTURA
La scultura raffigura una testa umana unita per la nuca a una testa di mammifero.
La scultura è in pietra dura, ed è lievemente danneggiata da rotolamento alluvionale, per cui una parte della lavorazione, cioè i segni di asportazione del materiale sono stati cancellati. I segni della lavorazione che sono rimasti, sono visibili sotto la mandibola e ai due lati della mandibola dell'uomo; altri segni sono sul dorso del muso del mammifero, mentre sul retro è evidenziata la zona della bocca.
Questa scultura è attribuita all'Acheuleano evoluto per la sua forma, attraverso la tipologia delle sculture.
Età 300.000 anni circa.
Misure : lungh. cm. 12,1, alt. cm. 6,2, largh. cm. 4,8. Peso kg. 0,460.
La testa umana ha la stessa altezza della testa del mammifero, e questo rientra nell'invenzione artistica, in quanto la testa del mammifero, presumibilmente un rinoceronte, o un grande ruminante, è ben più grande nella realtà della testa umana.
E' necessario tenere presente che nella piccola scultura litica zoomorfa dell'Acheuleano, del Musteriano, dell'Aurignaziano e del Gravettiano, le corna e le zanne non venivano raffigurate, in quanto era impossibile realizzarle con le tecniche di lavorazione di cui l'uomo disponeva.
Nel Gravettiano di Dolni Vestonice (circa 26.000 a.C.), le piccole teste di rinoceronte in terracotta, invece, hanno raffigurato il corno, in quanto, questa nuova tecnica di lavorazione ne permetteva la realizzazione.
Le due teste sono semifrontali, cioè hanno raffigurata ogni testa lateralmente, mentre la raffigurazione frontale è poco più larga della metà; quindi la zona orbitale è una sola. La testa umana ha evidenziata nella parte opposta un tratto della mandibola, mentre la testa dell'animale ha evidenziata un tratto della bocca.
Nella scultura (Fig. 1), le due teste unite per la nuca hanno sguardo in direzione opposta, ma sono un poco orientate verso l'osservatore della fotografia. Maggiore evidenza di questa impostazione, si ha nella foto vista dall'alto (Fig. 6), dove si vede una squadratura che dà una curva. Inoltre, questa scultura non è a tutto tondo, ma ha le due teste semifrontali, in quanto sul retro è prevalentemente piatta.
L'impostazione della testa umana ha la solennità dei crani rimodellati di Gerico, in quanto la testa oppure il teschio, senza il collo, ha un'inclinazione con sguardo rivolto un poco verso il cielo.
L'uomo dell'Acheuleano evoluto (Homo erectus oppure Homo sapiens arcaico) non aveva il mento e aveva la fronte sfuggente; e il tipo umano di questa scultura ha queste caratteristiche.
Questa testa umana ha una deformazione stilistica, definita "allungato orizzontale", che è all'opposto dello stile "allungato verticale" presente nelle sculture di civiltà successive, tra cui le teste degli idoli cicladici che hanno anche l'abolizione degli occhi e della bocca.
La scultura, in genere, ha un unico stile nelle raffigurazioni antropomorfe bifronti, cioè che uniscono due teste umane, ma questa di Torre in Pietra ha DUE STILI, uno per la testa umana, e uno per la testa del mammifero.
Lo stile della testa umana è costituito da un maggior allungamento e dall'abolizione della zona orbitale, cioè da una accentuata idealizzazione della forma della testa.
Lo stile della testa del mammifero è costituito da uno spiccato realismo, in quanto è raffigurata la zona orbitale e le grandi labbra, o se si vuole la zona della bocca. Ovviamente, si deve tenere conto, in questa analisi, dei limiti che esistevano nella tecnica di lavorazione, cioè della possibilità di evidenziare i particolari, e anche delle conquiste culturali nella composizione dell'opera stessa. L'analisi, quindi, è rivolta a quello che l'uomo ha fatto, e a quello che poteva fare.
Due stili diversi comportano due tradizioni diverse.
Nell'Acheuleano evoluto ha origine l'abbellimento di strumenti come le amigdale, che comportano l'elaborazione di una forma, che rientra nello stile.
La testa umana, in questo caso, ha un'elaborazione armoniosa di tipo allungato orizzontale con abolizione della zona orbitale, che evidentemente segue un ideale di bellezza.
Comunque, l'origine della raffigurazione della testa umana risale alla Pebble Culture, ed ha, quindi, una tradizione molto più antica della raffigurazione delle teste di animali, e questo può comportare una maggiore idealizzazione, quasi come la simbolizzazione delle immagini.
L'unione di due stili diversi nell'arte applicata alla ceramica, è pratica normale nei periodi storici, dove allo stile della forma della ceramica viene applicato per la decorazione uno stile geometrico oppure uno stile figurativo, e comunque gli stili possono essere contemporaneamente anche tre e quattro, in quanto sono accumuli culturali di tradizioni diverse.
Nell'arte rappresentativa, come in questa scultuta di Torre in Pietra, l'unione di due stili può essere conseguenza della religione, su cui si possono fare due ipotesi :
- Considerando che il bifrontismo in arte è conseguenza della religione di un popolo, si può ipotizzare che due popoli, uno con scultura antropomorfa, e uno con scultura zoomorfa, e con stili differenti, siano venuti a contatto, e abbiano unito le loro divinità nello stile che praticavano.
oppure:
- Considerando che nell'Acheuleano le sculture di teste umane sono state trovate in maggior numero, e con migliore qualità delle sculture di teste di animali, si può ipotizzare che il culto principale, e più antico, sia collegato alla testa umana, che veniva realizzata con un linguaggio stilistico consolidato, mentre le raffigurazioni di teste di animali hanno uno stile realistico, un po' grossolano, e senza abbellimenti, in quanto, facendole raramente, non erano abili nel farle.
Un fatto analogo, in senso inverso, si è verificato successivamente presso i Maddaleniani in Francia e in Spagna con la loro religione collegata agli animali. I Maddaleniani sono stati abilissimi pittori, e dipingevano solo animali; le rarissime raffigurazioni di esseri umani sono di scarsissima qualità, in quanto non facendole mai, non possedevano l'abilità per farle. Comunque, anche la scarsa qualità di una nuova iconografia va attribuita a uno stile diverso, per quanto la qualità non sia una caratteristica dello stile, cioè del linguaggio dell'arte.
FIG. 3 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Retro della vista laterale Fig. 1
Questa parte è prevalentemente piatta, e non ha indicazioni della zona orbitale (Vedi disegno Fig. 2). Unica lavorazione intenzionale, ai fini della raffigurazione, è un'asportazione che assottiglia la mandibola dell'uomo (lato A), e un'asportazione a semicerchio nella zona della bocca del mammifero. (Asportazioni che sono indicate nei disegni a Fig. 2).
FIG. 4 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Vista frontale della testa dell'uomo (lato A).
La concezione della raffigurazione è semifrontale.
Nel disegno (Fig. 2) è inserito il simbolo floreale che indica la zona dell'occhio.
I tratti disegnati a puntini, ai margini del disegno, indicano la parte posteriore della testa
umana, che corrisponde alla testa del mammifero.
FIG. 5 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Vista frontale della testa del mammifero (lato B).
La concezione della raffigurazione è semifrontale.
Nel disegno (Fig. 2) è inserito il simbolo floreale che indica la zona dell'occhio, che è ricavata nella parte alta sul dorso del muso.
La zona dell'occhio si vede bene anche nella fotografia Fig. 6, lato destro.
FIG. 6 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Vista dall'alto della scultura (Fig. 1).
A sinistra è la testa dell'uomo, a destra la testa del mammifero.
In questa fotografia si vede in alto la parte incurvata dove non vi è raffigurazione della zona orbitale, cioè il retro.
FIG. 7 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Vista da sotto della scultura (Vedi fig. 1).
A sinistra è la testa del mammifero, a destra la testa dell'uomo.
In questa fotografia si vede in alto la parte incurvata, come nella Fig. 6.
Nella parte a destra sono visibili i segni delle asportazioni sotto e tra la mandibola della testa dell'uomo.
TIPOLOGIA
La tipologia della scultura litica del Paleolitico non è consolidata come la tipologia delle industrie, che è stata opera di un gran numero di paletnologi, ma è abbastanza indicativa come base per la ricerca.
Alcuni tipi di sculture litiche sono presenti dall'inizio (Pebble Culture) alla fine del Paleolitico, altri si estinguono durante il Paleolitico, altri proseguono oltre il Paleolitico.
Alcuni tipi di sculture sono presenti contemporaneamente in un'unica civiltà.
Ogni tipo di scultura ha stile diverso nel tempo e nello spazio.
Dalle fasi più antiche alle più recenti vi è un aumento di qualità a seguito del perfezionamento delle tecniche di lavorazione.
Nella scultura antropomorfa sono raffigurati i vari tipi umani che si sono susseguiti nel Paleolitico, e anche questi si possono inserire nella tipologia.
Nella Pebble Culture si conoscono solo sculture di teste umane semifrontali.
Dall'Abbevilliano iniziano sculture di teste di mammiferi, e le sculture di teste bifronti.
Dall'Acheuleano antico e medio le teste umane bifronti hanno varie foggie, tra cui l'unione delle mandibole rientranti verso l'alto, e le sculture sembrano delle "V" rovesciate.
Dall'Acheuleano evoluto compaiono divisioni scolpite, simili a incisioni, per distinguere due teste unite per la nuca; e compare anche la raffigurazione frontale della faccia.
Nell'Acheuleano evoluto esistono teste umane, con bocca spalancata, che sono espressioni di movimento, in quanto interpretate come raffigurazione dell'uomo che urla.
Dal Paleolitico medio le sculture di teste umane vengono raffigurate anche con copricapi e con acconciature.
Dall'inizio del Paleolitico superiore, attraverso copricapi e acconciature è possibile distinguere l'uomo dalla donna.
I tipi di sculture che ho classificato sono i seguenti :
- testa umana senza collo,
- testa di animale senza collo,
- due teste umane unite per la nuca,
- testa umana e testa di animale unite per la nuca,
- testa umana con il collo,
- testa di animale con corpo orizzontale senza arti,
- testa umana con corpo verticale senza arti,
- testa di animale con corpo verticale umano senza arti,
- testa mista di uomo e animale.
Questa tipologia si riferisce al Paleolitico inferiore e medio.
Dal Paleolitico medio compaiono anche sculture con tre e quattro teste umane.
Sempre dal Paleolitico medio nelle sculture antropomorfe bifronti, una testa può essere più grande dell'altra, e con orientamento in varie direzioni.
Nel Paleolitico medio compaiono, anche, maggiori differenze (forse per due usi differenti) tra le sculture che possono stare in posizione verticale, e quelle dietro piatte che devono stare in posizione orizzontale (dico questo, perchè viste in fotografia la differenza non si nota).
Dal Paleolitico medio aumenta la dimensione delle sculture, alcune teste umane sono più grandi del naturale, e hanno anche la raffigurazione degli occhi e della bocca.
Dall'inizio del Paleolitico superiore compare la piccola scultura antropomorfa bifronte con corpo verticale umano.
Dal Paleolitico superiore iniziano, in parallelo, anche le produzioni di sculture litiche piccolissime.
Nell'Acheuleano evoluto le sculture litiche antropomorfe e zooantropomorfe sono di due tipi :
- due teste umane unite per la nuca,
- testa umana e testa di animale unite per la nuca.
Il tipo più frequente è la scultura di due teste umane unite per la nuca.
Di seguito mostrerò con disegni e fotografie le affinità tipologiche di questi tipi bifronti, con particolare riferimento alla scultura di Torre in Pietra.
Gli altri tipi di sculture litiche dell'Acheuleano evoluto sono le seguenti :
- testa umana senza collo,
- testa di animale senza collo,
- testa di animale con corpo orizzontale senza arti,
- testa di animale con corpo verticale senza arti,
- testa mista uomo e animale.
I tipi che ho classificato dell'Acheuleano evoluto sono 7.
La tipologia di una scultura paleolitica è conseguenza di una funzione, che si può considerare di tipo sicuramente religioso nelle sculture bifronti, mentre NON si può considerare di tipo sicuramente religioso l'aumento delle parti del corpo raffigurate, cioè il passaggio dalla testa umana singola, alla testa umana con collo, e alla testa umana con corpo umano verticale senza arti.
La tipologia che ho indicato è utile come orientamento per stabilire le grandi differenze che esistono tra un tipo e un altro, ma questo non significa che le sculture di uno stesso tipo siano tutte uguali, anche se prodotte in uno stesso periodo.
Per analizzare i molti aspetti della tipologia, ho messo in relazione la scultura di
Roma - Torre in Pietra con la scultura di Maribo e con la scultura di Rodi Garganico
(Vedi su questa rivista:,
"Una scultura litica antropomorfa bifronte del Paleolitico inferiore della Danimarca",
e "Una scultura litica
zooantropomorfa bifronte dell'Acheuleano evoluto dell'Italia meridionale").
Sono tre sculture dell'Acheuleano evoluto che sono messe a confronto per evidenziare le affinità e le differenze.
FIG. 8 SCULTURA ZOOANTROPOMORFA BIFRONTE DI TORRE IN PIETRA
Affinità e differenze tipologiche più evidenti :
Nelle tre sculture la fronte dell'uomo è sfuggente (1).
Le teste umane di Maribo e Torre in Pietra sono semifrontali (2), una a destra e una a sinistra.
Le teste umane di Maribo e Rodi Garganico (3) hanno la stessa forma della mandibola, o forse della barba.
Le teste di mammifero di Torre in Pietra e di Rodi Garganico (4) sono uguali.
Le tre sculture sul retro non hanno raffigurazione della zona orbitale.
La scultura di Maribo è proporzionata al reale, in senso verticale; mentre le altre due sono di tipo allungato orizzontale.
La testa umana (fronte lato A) di Maribo è di concezione frontale.
La testa umana di Rodi Garganico è semifrontale, ma con mandibola di concezione frontale.
La scultura di Rodi Garganico ha un occhio in comune alla testa dell'uomo e alla testa del mammifero.
La scultura di Maribo ha un'incisione (scolpita) che divide le due teste umane.
Gli stili sono tre per le quattro teste umane, e uno stile per le due teste di mammifero.
CONCLUSIONE
Le affinità e le differenze più evidenti nella tipologia delle tre sculture di Torre in Pietra, di Maribo e di Rodi Garganico (Fig. 8) numericamente sono 17, ma volendo fare un'analisi più approfondita, (che non è oggetto di questo scritto), questo numero verrebbe più che raddoppiato.
Nella tipologia non deve essere scartata nessuna osservazione a cui riusciamo a dare un significato, anche si minimo, in quanto può servire per interpretare ulteriormente nuovi e vecchi reperti.
Nelle sculture di teste umane, il naso è fatto in decine di modi; altre teste hanno gli zigomi fatti in decine di modi, ecc. Ci sono sculture di teste umane che non hanno né naso, né zigomi, per deformazione stilistica in senso riduttivo.
Alcuni di questi rilevamenti tipologici sono utili per la ricerca dell'aspetto fisico dell'uomo, per colmare, almeno come indicazione, i periodi in cui non sono stati trovati scheletri, ma anche per l'attribuzione culturale delle stesse sculture. Altri rilevamenti tipologici sono utili per l'indagine cronologica attraverso gli stili.
Anche la tecnica di lavorazione della scultura rientra nella tipologia.
Ogni scultura ha un elevato numero di dati tipologici da mettere a confronto con altre sculture, dove possono essere più le differenze che le affinità; ma le affinità sono la pista da seguire nell'indagine.
Quando ho trovato la scultura di Torre in Pietra, l'ho attribuita subito all'Acheuleano evoluto per esperienza; adesso dovendone dare una spiegazione al lettore (che spero diventi un futuro ricercatore), cerco di ricostruire quello che ho pensato in un attimo, e spero di non dimenticare niente :
1) Ho altre sculture dell'Acheuleano evoluto di tipo allungato orizzontale (bifronti), e alcune sono anche più lunghe e più sottili. (Provenienza Sud Europa)
2) Il tipo allungato orizzontale non si trova, né prima, né dopo l'Acheuleano evoluto.
3) Lo stile della testa umana, senza raffigurazione dei particolari del volto, è una variante del tipo allungato orizzontale dell'Acheuleano evoluto.
(N.B. Le due sculture di Maribo e Rodi Garganico le ho messe in relazione con la scultura di Torre in Pietra, in quanto su questa rivista sono pubblicate due mie relazioni).
4) Il bifrontismo non conta in questa attribuzione, in quanto era presente prima e dopo l'Acheuleano evoluto.(L'evoluzione culturale continua).
5) L'impostazione semifrontale della testa non conta in questa attribuzione, in quanto era presente prima e dopo l'Acheuleano evoluto.(L'evoluzione culturale continua).
6) Il retro senza raffigurazione non conta in questa attribuzione, in quanto era presente prima e dopo l'Acheuleano evoluto.(L'evoluzione culturale continua).
7) La testa del mammifero è uguale a quella di Rodi Garganico dell'Acheuleano evoluto.
8) Queste teste di mammifero non sono presenti in scultura, né prima né dopo l'Acheuleano evoluto.
9) Queste teste di mammifero hanno lo stesso stile.
10) La fronte sfuggente della testa umana è simile a quella delle sculture di Maribo e di Rodi Garganico, e di altre.
11) La forma della testa umana, nonostante la deformazione stilistica e l'abolizione dei tratti del volto, mantiene il profilo laterale della testa, dalla zona del naso alla mandibola, che è riconducibile all'uomo dell'Acheuleano, e che ho riscontrato anche in altre sculture.
12) In questa scultura le due teste (umana e animale) sono leggermente orientate verso l'osservatore, come nella scultura di Rodi Garganico, e in altre.
13) La scultura di Torre in Pietra ha poche tracce dell'originaria lavorazione, in quanto sono state cancellate quasi totalmente dal rotolamento alluvionale, comunque, di quello che resta di scolpito, unitamente alla forma, tutto è riconducibile all'Acheuleano evoluto. Per forma si intende la somma dei principali aspetti della tipologia di un periodo.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, attraverso la tipologia della scultura paleolitica, ritengo giustificata l'attribuzione all'Acheuleano evoluto della scultura di Torre in Pietra .
L'Acheuleano evoluto, nella zona di Torre in Pietra, è datato a 300.000 anni.
Ipotizzando che l'Acheuleano evoluto in Italia abbia da 350.000 a 200.000 anni, cioè una durata di 150.000 anni, questo ci deve fare meditare su due opposte considerazioni; una sconvolgente, che riguarda la lentezza del progresso culturale, e l'altra garantista a sostegno del forte consolidamento nell'uomo dell'attività di raffigurazione attraverso la scultura.
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