PALEOLITHIC ART MAGAZINE

EUROPA



L'URLO DI HOMO ERECTUS

Pietro Gaietto

Nel promontorio del Gargano (Italia del Sud) ho avuto la fortuna di reperire, la scorsa estate, due sculture litiche del Paleolitico inferiore, che raffigurano teste umane con la bocca spalancata, e che sono state interpretate come rappresentazione dell'urlo di Homo erectus.

Fig 1 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo del Romandato
(vista laterale destra)

Il grande promontorio del Gargano (Provincia di Foggia) fu ambiente particolarmente favorevole all'insediamento umano, dalle fasi più antiche del Paleolitico inferiore all'età dei metalli.
La ricchezza dei giacimenti preistorici della Provincia di Foggia è impressionante. I villaggi neolitici individuati mediante fotografie aeree sono circa un migliaio (questo fino a 25 anni fa); i giacimenti paleolitici sono di più, ma in gran parte i reperti che hanno reso, e continuano a rendere, sono in giacitura secondaria. Tra questi giacimenti, uno dei più importanti è la foce del Torrente Romandato (km. 3 circa ad Ovest di Rodi Garganico). Qui ci sono industrie su selce di tutto il Paleolitico inferiore, sia su ciottolo, che su scheggia. I più antichi manufatti su ciottolo sono molto fluitati. Si trovano anche sculture paleolitiche. .

Qui ho trovato la scultura più grande che presento (Fig. 1). Questo torrente da oltre trent'anni saltuariamente è oggetto di mie ricerche, e l'ho sempre trovato asciutto. D'estate la foce del Torrente Romandato è diventata un posteggio per le automobili dei bagnanti; mentre per tutto l'anno è diventata una strada per trattori e automezzi degli agricoltori locali. Il paesaggio è bello, in quanto , oltre al mare, ci sono grandi piante di fichi d'India, ma immaginate la mia sofferenza nel vedere un tale patrimonio di manufatti paleolitici calpestati dalle auto.
I giacimenti alluvionali di questo tipo, ormai da decenni, sono trascurati dalla ricerca scientifica, in quanto non dicono più nulla, anche se possono rendere utensili di qualità, del resto si può capire in quanto sono 200 anni che si fanno ricerche di utensili in giacimenti di superficie. E' giusto che si cerchino reperti "in situ", cioè giacimenti dove, unitamente a utensili, si possono anche trovare resti di animali di cui l'uomo si cibava, e tante altre informazioni; e, quando si ha fortuna, anche resti umani.
Per l'arte il discorso è diverso, in quanto l'arte non era nei luoghi di abitazione (generalmente i giacimenti "in situ"), ma nei luoghi di culto. Quindi, le sculture, e qualunque altro manufatto litico, ma anche normali ciottoli, dai luoghi di culto (che non conosciamo), e dalle zone circostanti, sono stati trasportati alla rinfusa dalle alluvioni in luoghi diversi, come alla foce del Torrente Romandato. Per questo, i giacimenti alluvionali sono ancora importanti per il reperimento di sculture del Paleolitico inferiore.

Un altro giacimento importante, dove ho trovato la scultura più piccola (Fig. 2) è a Spinacchi, tra Vico Garganico e Ischitella. Da questi monti lo spettacolo è altrettanto entusiasmante, in quanto, oltre alla belleza dei monti, si vede un immenso mare azzurro.
I manufatti paleolitici che si trovano a queste altitudini sono integri, come sono stati fatti, cioè non sono danneggiati da rotolamento alluvionale, in quanto nell'ultimo interglaciale il mare non è salito a quel livello.

Descrizione delle opere.
L'Uomo del Romandato (Fig. 1) è una scultura in selce che raffigura una testa umana con bocca spalancata. Non ha il collo. E' bene raffigurata la mandibola, con assenza di mento. Non ha fronte. Misure : Alt. cm. 23,5, lungh. cm. 29, largh. cm. 18,5 (sono le misure massime, in quanto ci sono parti più strette). La bocca è larga cm. 17,0 all'interno, e cm. 7 all'esterno; è alta cm. 6 a destra, e cm. 2 a sinistra; è profonda cm. 11. E' in selce. Peso kg. 11,5. In fondo alla bocca ha incrostazioni di molluschi, che indicano una antica permanenza in mare. E' lievemente fluitata per rotolamento alluvionale, e da onde marine, il che non è stato deturpante ai fini della distruzione delle tracce di lavorazione. Prima della curva della calotta cranica ha due asportazioni, che formano una "V" allargata, che potrebbero essere state la raffigurazione degli occhi.

Fig 1 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo del Romandato
(vista semifrontale anteriore)

Fig 1 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo del Romandato
(vista laterale sinistra)

Fig 1 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo del Romandato
(vista frontale)

L'uomo di Spinacchi (Fig. 2) è una scultura in selce che raffigura una testa umana con la bocca spalancata. Non ha il collo. E' bene raffigurata la mandibola con assenza di mento. Non ha fronte. Misure : alt. cm. 8,5, lungh. cm. 9,0, largh. cm. 5,5. Larghezza della bocca cm. 3,2 max e cm. 1,2 min; profondità bocca cm. 3,5, alt. bocca cm. 2,2. Peso kg. 0,340.

Fig 2 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo di Spinacchi
(vista laterale sinistra)

Fig 2 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo di Spinacchi
(vista semifrontale anteriore)

Fig 2 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo di Spinacchi
(vista semifrontale destra)

Un'altra scultura di testa umana con la bocca spalancata, da me raccolta 25 anni fa, costituisce unitamente alle due precedenti un principio di tipologia. Questa scultura è l'Uomo di Mouthiers (Charente, Francia) (Fig. 3). E' una scultura in selce che raffigura una testa umana con la bocca spalancata. Non ha il collo. E' bene raffigurata la mandibola, con assenza di mento. Non ha la fronte. Ha una sorta di cappuccio nella nuca in posizione orizzontale. Misure : alt. cm. 24,0, lungh. cm. 39,0, largh. cm. 17,0 nella parte più larga, e cm. 7,0 nella parte più stretta. La bocca è proporzionata alla testa, e misura in larghezza cm. 8,0 e in altezza cm. 4,0, e profondità cm. 3,0. Questa bocca in proporzione alla testa è più piccola della bocca delle altre due sculture. Peso kg. 26,300. E' raffigurato l'occhio dal lato sinistro, ma si tratta di una cavità naturale della pietra, che tuttavia è molto efficace. (Questa scultura di Mouthiers è stata pubblicata in Presculpture and Prehistorical Sculpture di P.Gaietto, Ed. ERGA, Genova,1982, e anche nel sito del Museo delle Origini dell'Uomo).

Fig 3 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo di Mouthiers
(vista laterale sinistra)

Fig 3 L'URLO DI HOMO ERECTUS
l'Uomo di Mouthiers
(vista laterale destra)

Le tecniche di lavorazione.
Queste tre sculture (Fig. 1, 2, 3) sono sbozzate con asportazione di grosse schegge in modo molto deciso. La tecnica di lavorazione è simile a quella usata per fabbricare utensili nell'Acheuleano. Aggiungo una breve spiegazione per il profano. Le industrie litiche sono l'insieme dei tipi di utensili. Sono divise in due tipi : i manufatti su ciottolo e i manufatti su scheggia. Nel Gargano ci sono soltanto ciottoli piccoli e grandi che sono stati usati. Per manufatti su ciottolo in genere si intendono quelli che si impugnano, e sono appuntiti (bifacciali); mentre per manufatti su scheggia, si intendono delle lamelle di selce, che non si impugnavano, ma si tenevano tra due o tre dita, per tagliare o per raschiare pelli, carne, legno, ecc., e queste lamelle venivano ricavate da ciottoli.
La tecnica di lavorazione delle sculture si divide in due fasi. La prima è la sbozzatura, che equivale negli utensili al ricavare lamelle da un ciottolo; la seconda è la formatura, per evidenziare dei particolari, che equivale ai ritocchi nelle lamelle, o per rendere appuntiti gli utensili su ciottolo.
Le differenze di lavorazione tra la fabbricazione degli utensili e delle sculture variano in ogni fase del Paleolitico, secondo i vari stadi culturali; ma restando nell'Acheuleano (con Clactoniano abbinato) le differenze generalmente sono tre : 1) nelle lame i ritocchi per renderle taglienti sono soltanto da una parte; 2) negli utensili che si impugnano le asportazioni sono da due parti; 3) nelle sculture litiche le asportazioni sono da ogni parte (alto, basso, destra, sinistra), anche se le raffigurazioni non sono mai a tutto tondo.
E' importante tenere in considerazione che quasi tutte le sculture litiche del Paleolitico inferiore e medio hanno raffigurazioni antropomorfe e zoomorfe che sono semifrontali, e che, in gran parte di queste sculture, la parte non occupata dalla raffigurazione è stata trovata fatta, cioè la pietra è stata utilizzata come era
Nell'Uomo del Romandato (Fig. 1), nell'Uomo di Spinacchi (Fig. 2) e nell'Uomo di Mouthiers (Fig.3), la bocca spalancata è stata ricavata da cavità presenti nella pietra (di origine naturale), che l'uomo ha utilizzato, esattamente come ha utilizzato in altre sculture, o in certi utensili, delle parti già pronte.

Attribuzione culturale.
Le tre sculture (Fig. 1, 2, 3) sono state reperite in stazioni di superficie, che in genere sono giaciture secondarie. La loro attribuzione culturale è l'Acheuleano evoluto, ma potrebbe essere il Clactoniano evoluto, o anche l'Acheuleano - Clactoniano evoluti e congiuntamente. Ma è bene chiarire queste incertezze.
Aggiungo una breve spiegazione per il profano : la denominazione dei periodi culturali del Paleolitico si riferisce alle scoperte dei primi utensili da cui è nata la tipologia. Il termine Acheuleano fu creato nel 1873 da G. de Mortillet, e deriva dalle scoperte di amigdale a Saint-Acheul nelle antiche alluvioni della Valle della Somme (Francia del Nord); mentre il Clactoniano è costituito da utensili su scheggia (senza amigdale) scoperti in giacimenti a Clacton-on-Sea,Contea di Essex (Inghilterra).
Dato che l'attribuzione culturale delle sculture, si basa sulla attribuzione culturale degli utensili, che sono stati maggiormente studiati, e con cui hanno in comune la tecnica di lavorazione, inizio la descrizione dall'Acheuleano e dalle amigdale.
Le amigdale sono utensili di pietra appuntiti che si impugnano, e sono multiuso, cioè potevano servire per colpire un avversario, ma anche per tagliare o raschiare. Il nome amigdala (le prime scoperte in chiave scientifica risalgono alla fine del '700) è dovuto alla forma, che è simile ad una mandorla.
Nella seconda metà del '900 le amigdale hanno assunto il nome di "bifacciali", in quanto in punta sono taglienti da ambo le parti. Il Clactoniano, invece, è costituito da un'industria su scheggia. Questi utensili servivano per usi domestici, e non certo per la caccia o per la guerra, per cui si usavano lance di legno, e una è stata trovata. Le industrie su ciottolo sembra abbiano origine africana, mentre le industrie su scheggia sembra abbiano origine asiatica.
Nel Gargano le due tipologie (Acheuleano e Clactoniano) si trovano abbinate.
L'unione di due popoli diversi, con un proprio patrimonio culturale, si traduce in un raddoppio di patrimonio culturale.
Sia l'Acheuleano, che il Clactoniano nel Gargano sono durati a lungo, dato che i manufatti più antichi sono fluitati, e i più recenti meno, e questo è dovuto all'azione delle onde del mare nei periodi interglaciali. Per questo, le due sculture (Fig. 1 e 2) possono essere acheuleane, clactoniane o acheuleane-clactoniane. Comunque, la mia attribuzione culturale si basa anche su affinità con altri reperti di varie zone d'Europa. Cioè, queste sculture non hanno un'attribuzione culturale per tipologia, come altre conosciute, in quanto sono due teste con bocca spalancata di tipo finora sconosciuto. La loro attribuzione si basa sulla qualità della tecnica di lavorazione, e sulla qualità del tipo di raffigurazione, che è migliore a quello dei periodi precedenti, ma inferiore a quello ai periodi successivi.
La datazione è a circa 350.000 anni fa. (Questo sulla base di ricerche sulle industrie del Gargano pubblicate in Guida della preistoria italiana, a cura di A.M. Radmilli, Sansoni, Firenze, 1975).

Interpretazione dell'aspetto fisico.
Ritengo le tre sculture (Fig. 1, 2, 3) raffigurazioni della testa di Homo erectus con la bocca spalancata, e rappresentano l'urlo di Homo erectus. Dato che chi si interessa di arte generalmente non si interessa di paleoantropologia, aggiungo una breve descrizione di Homo Erectus.. In tutto il '900 i reperti di Homo erectus sono costituiti da parti di crani, come mandibole, calotte craniche, parietali, ecc., e neanche un cranio integro; rari sono i reperti di altre parti dello scheletro. Questi reperti hanno vecchie denominazioni : Eurantropo, Sinantropo, Atlantropo. La forma completa di questi crani si conosce soltanto da ricostruzioni fatte dai paleoantropologi. Comunque, il lettore si può documentare sui libri di paleoantropologia.
A mio avviso Homo erectus è ancora un fantasma per la scienza. La sua identità si può collocare tra Homo habilis e i Neanderthaliani. E' pur vero, che ci sono Pre-sapiens e Pre-neanderthaliani, ma il loro aspetto è già moderno.
Queste tre sculture sono state attribuite raffigurazioni di Homo erectus per la forma della mandibola con assenza di mento, e per l'assenza di fronte, che corrispondono ai reperti scheletrici trovati di Eurantropo, Sinantropo, Atlantropo, ma anche a tutte le altre componenti della tecnica di lavorazione, che danno una collocazione cronologica, come avviene nella tipologia degli utensili.

Culto dei defunti collegato al solo cranio.
I resti di Homo erectus sono quasi tutti parti di crani, tanto che, autorevoli studiosi come A.C.Blanc, S.Sergi, H.V.Vallois e altri, nella prima metà del '900, hanno pubblicato i loro studi su un culto dei defunti nel Paleolitico inferiore, collegato alla conservazione del cranio, che perdura nell'etnografia di Homo sapiens sapiens.

Nell'etnografia, infatti, troviamo un culto collegato al teschio, con o senza mandibola, e un culto collegato alla sola mandibola del defunto. Questi crani, o parti, le donne se li portano appresso : la mandibola, o più mandibole, appese al collo; il cranio appeso alla schiena.
Queste stesse sculture litiche che raffigurano teste senza collo, rientrano nella dimensione ideologica del cranio, cioè del valore della testa.


Interpretazione dello stile.
Per quanto grossolana possa essere la sbozzatura delle tre sculture, a cui non è estraneo lo stile di raffigurazione, il contenuto è evidente. Sia l'Uomo del Romandato (Fig. 1), sia l'Uomo di Spinacchi (Fig. 2), che l'Uomo di Mouthiers (Fig. 3) rappresentano pienamente l'urlo di Homo erectus.
Tutte le sculture, come ogni altro tipo di applicazione artistica del mondo, e di ogni tempo, hanno uno stile. Cioè, una testa umana può essere raffigurata in modo diverso, in mille modi diversi, secondo lo stile di ogni popolo, ma si capisce sempre che è una testa umana. Questo è lo stile, cioè il linguaggio dell'arte.
Queste tre sculture, che al profano possono apparire a fatica delle opere d'arte, hanno già uno stile.
Gli stili di queste tre sculture, il profano li potrebbe considerare all'origine dello stile, invece lo stile esisteva già con le sculture più antiche.
Ricordo che il termine "stile" ha oggi tanti significati, così come il termine "arte" (di recente a New York degli artisti si sono riuniti per trovare un nuovo nome al termine "arte", che non piace più, ma non ci sono riusciti).
Io adotto il termine "stile", perchè non mi sono ancora impegnato ad inventare un altro nome, comunque, non mi sembra un problema così importante.
Gli stili delle tre sculture sono simili, ma differenti, anche perchè probabilmente esse non sono contemporanee. Ammesso che la loro attribuzione culturale sia databile a 350.000 anni fa, con le oscillazioni che la valutazione scientifica permette, ci potrebbero essere, tra l'una e l'altra, anche 10.000 anni di differenza, cioè le tre sculture potrebbero essere state fatte nell'arco di 30.000 anni, se non di più(questo, sempre che le datazioni dei geologi, che io uso, siano giuste).
Facendo una sommaria analisi degli stili, che diversificano le tre sculture, troviamo che la bocca dell'Uomo del Romandato (Fig. 1) è esageratamente larga e deformata, e si allaccia ad uno stile di tipo espressionista caricaturale, mentre le altre parti della testa sono relativamente proporzionate.
L'Uomo di Spinacchi (fig. 2) è raffigurato in uno stile realistico per la mandibola senza mento, ma inventato per quanto riguarda il volto, che è raffigurato lateralmente.
L'Uomo di Mouthiers (Fig. 3) è raffigurato in uno stile realistico, con forte espressione.

Parallelismi storici ed etnografici.
Sculture di teste umane con la bocca aperta sono presenti nelle antiche civiltà storiche, e in genere sono "maschere".
Altre "maschere" con la bocca aperta sono presenti nella scultura lignea della fascia equatoriale dell'Africa. I tipi più frequenti di queste "maschere" sono raffigurazioni miste di uomini e animali, che ho definito "animali umanizzati".
Queste raffigurazioni, comunque, non sono rappresentazioni di un vero e proprio "urlo".

Il ruggito del leone.
Nell'arte zoomorfa post-paleolitica (scultura, bassorilievi, dipinti) è frequentissimo, tra gli animali, il leone ad avere la bocca spalancata. Questo si riscontra nell'antichità presso i Sumeri, gli Egizi, i Greci, i Romani, ecc.
La bocca spalancata del leone rappresenta il ruggito, che è minaccioso, e fa paura all'uomo. La rappresentazione di un leone ruggente ha sempre avuto un forte impatto sull'osservatore, come lo ha ancor oggi. Il ruggito del leone può essere equiparato all'urlo di vittoria per l'uomo, almeno nella raffigurazione artistica. Questo urlo si vede molto frequentemente nei filmati, e nelle fotografie sportive, quando il giocatore mette la palla in rete, o vince la corsa.
Comunque una identificazione uomo-leone nell'urlo e nel ruggito si può tenere in conto per uno studio sui riti di culto dell'Acheuleano.

L'urlo dell'uomo.
Gli uomini urlano in tante differenti circostanze, e in modo diverso. Uno di questi è l'urlo usato in battaglia.
E' storia scritta, che gli Antichi Romani abbiano usato mercenari dell'attuale Liguria per andare a combattere contro genti dell'attuale Svizzera, che era costituita da tribù liguri. All'inizio della battaglia, i soldati liguri si accorsero che gli avversari avevano lo stesso loro "urlo di combattimento", e si fermarono.


Conclusione.
Ogni urlo ha un proprio significato. L'urlo di combattimento deve spaventare l'avversario. L'urlo di vittoria deve unire il gruppo. L'urlo di disperazione può essere personale o collettivo, come i due precedenti urli.
La raffigurazione nella scultura del Paleolitico inferiore di una testa umana con bocca spalancata rappresenta un urlo; non posso credere che possa rappresentare uno sbadiglio, o un canto.
La bocca spalancata è anche un'espressione di movimento. Se prendiamo in esame i dipinti zoomorfi parietali delle grotte del Paleolitico superiore, troviamo cavalli, mucche, tori, bisonti, ecc., in due differenti atteggiamenti. Uno di questi atteggiamenti è il movimento (animali in corsa), l'altro è di animali non in movimento, che sembrano morti, e sono spesso raffigurati con zampe verso l'alto, sicchè sembra vaghino nello spazio. Queste raffigurazioni di animali vivi (in movimento), e di animali morti, corrispondono a epoche diverse tra loro, e anche a significati diversi.
Stesso parallelismo vale anche tra le sculture di teste umane con la bocca spalancata, e quelle con la bocca chiusa (o assente) del Paleolitico inferiore e medio.
Nuove scoperte di sculture di questo tipo, e maggiori parallelismi storici ed etnografici potranno dare ulteriori chiarimenti.
Le mie opinioni, e quelle di persone con cui ho analizzato queste tre sculture con la bocca spalancata, sono concordi nel vedervi la rappresentazione di un urlo, cioè l'urlo dell'uomo che le ha create:
L'URLO DI HOMO ERECTUS.


Index

HOME PAGE

Copyright©2000-2002 by Paleolithic Art Magazine, all rights reserved.